Attività 2 NG - Panificazione con farine prive di glutine

La panificazione è uno dei più antichi esempi di biotecnologia che annovera pane lievitato risalente all’antico Egitto (4000 a.C.). Dall'Egitto l'arte della panificazione passò in Grecia. I greci divennero ottimi panificatori, producevano più di 70 qualità. Inserirono alle ricette base ingredienti come latte, olio, formaggio, erbe aromatiche.

L’impasto base per il pane è composto da farina, acqua, sale e lievito

Quando la farina viene inumidita, gli enzimi amilasi (α e β) naturalmente presenti in essa si attivano e convertono parte dell’amido in zuccheri più semplici (maltosio e destrine), per rottura del legame glucosidico.

I lieviti contenuti ingeriscono il maltosio e, grazie all’enzima maltasi, lo scindono formando glucosio; inizialmente essi utilizzano il maltosio per la respirazione aerobica (respirazione cellulare), consumando l'ossigeno presente nell'impasto e producendo energia. Quando però l’ossigeno comincia a scarseggiare, l’energia viene prodotta attraverso la respirazione anaerobica (fermentazione) che converte il glucosio in etanolo e anidride carbonica come prodotti finali (e di scarto) di un ciclo complesso di reazioni. In sintesi:

C6H12O6 → 2 C2H5OH + 2 CO2

I lieviti sono un gruppo di funghi, formati da un unico tipo di cellula eucariote, che può avere una forma ellittica o sferica. Sono state catalogate più di mille specie di lieviti. Quelli utilizzati per la panificazione sono essenzialmente di due tipi:

- lievito di birra
- lievito madre

Il lievito di birra è una coltivazione di uno specifico tipo di saccaromiceti, il Saccharomyces Cerevisiae, e si chiama così perchè all'inizio veniva ottenuto dalla fermentazione della birra, mentre oggi è praticamente sempre prodotto su melassa di risulta dalla produzione di zucchero da barbabietola. In commercio si trova fresco o liofilizzato.

Il lievito madre è un impasto di acqua e farina lasciata fermentare naturalmente o con l'aggiunta di elementi ricchi di batteri e zuccheri. In pratica l'impasto diviene una coltura di microorganismi presenti naturalmente negli ingredienti e nell'ambiente, stimolati da frequenti rinfreschi con nuova acqua e farina e selezionati dalla loro stessa competizione. In questo caso non si sviluppa solo il Saccharomyces Cerevisiae, che è in ogni caso presente, ma anche altri saccaromiceti diversi. La differenza principale con il lievito di birra è però la presenza contemporanea di una grande quantità di batteri lattici che, naturalmente contenuti nella farina, trovano modo e tempo di svilupparsi anche essi.

La farina di frumento contiene due componenti principali:

- l’amido, costituito da due tipi di molecole, amilosio (solubile in acqua calda) e amilopectina (insolubile in acqua)

- diversi tipi di proteine, sia solubili (albumine e globuline) che insolubili (gliadine e glutenine).

Le proteine insolubili, quando vengono messe a contatto con l’acqua in fase di impasto, formano un reticolo chiamato glutine; il glutine è un reticolo viscoelastico: tirato si allunga, ma poi, quando la tensione è eliminata, riprende parzialmente la sua forma iniziale.

E’ proprio questo reticolo viscoelastico, tipico della farina di frumento, che conferisce elasticità all’impasto e consente di intrappolare l’anidride carbonica prodotta dalla fermentazione, con conseguente aumento di volume.

Le farine prive di glutine non sono quindi adatte ad essere lievitate.

Per questo motivo i preparati destinati alla produzione di pizze, focacce, dolci lievitati etc. privi di glutine, devono contenere additivi in grado di svolgere, almeno parzialmente, il ruolo del glutine.

Materiali: acqua, lievito di birra secco attivo o lievito di birra fresco, preparato senza glutine, amido o fecola, spatola, contenitori per l’impasto, cilindri da 250mL, bilancia, bagnetto a 40°C, bagnetto a 60°C, orologio, fonte per riscaldare l’acqua, termometro.

Procedimento

Preparazione dell’impasto n°1

  1. Prelevare, con cilindro graduato, 45g di acqua calda (a circa 50°C)
  2. Pesare 2g di lievito secco attivo (o 7g di lievito fresco).
  3. Pesare 75 g di preparato senza glutine.
  4. Mescolare gli ingredienti nella ciotola, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Eventualmente aggiungere poca acqua se l’impasto dovesse essere troppo asciutto.
  5. Modellare la pasta in forma di salsiccia e porla cautamente nel cilindro graduato livellando la superficie e cercando di non lasciare spazi vuoti nell’impasto (sembra facile!!).
  6. Annotare il livello della pasta nel cilindro ogni 10 minuti per un’ora.

Preparazione dell’impasto n°2

  1. Prelevare, con cilindro graduato, 45g di acqua calda (a circa 50°C)
  2. Pesare 2g di lievito secco attivo (o 7g di lievito fresco).
  3. Pesare 70 g di amido di mais o fecola di patate.
  4. Procedere come per l’impasto n°1

Riassumi l’esperienza secondo le seguenti linee guida:

- Condizioni operative (ingredienti prescelti tra quelli disponibili e temperatura di panificazione)
    impasto 1:
    impasto 2:
- Osservazioni in itinere
- Dati di volume in funzione del tempo
- Caratteristiche dell’impasto dopo 60 minuti di lievitazione (elasticità, morbidezza, omogeneità, odore...) in confronto con le caratteristiche dell’impasto iniziale.

Discussione dei risultati

- Traccia la curva della variazione % di volume in funzione del tempo per i tuoi campioni. Discuti i risultati giustificando eventuali differenze tra le curve.
- Confronta i tuoi risultati con quelli dei compagni di altre classi che hanno usato farina di frumento e commenta.