La luce di una candela

La materia riscaldata può emettere luce

Una fiamma è la più comune sorgente di calore ed energia luminosa grazie al fatto che moltissime sostanze possono essere soggette a combustione. In questa postazione è possibile indagare alcune peculiarità di tre diverse fiamme (candela, becco Bunsen, bruciatore a gas) osservando l’emissione luminosa di un filo di platino posto nelle diverse zone di cui la fiamma è composta.

2005-2007 fiamma 12005-2007 fiamma 2La materia se opportunamente riscaldata emette luce. La luce appare di diversi colori a seconda della temperatura a cui la materia viene riscaldata. Nei metalli questo fenomeno è molto evidente a causa dei bassi valori di calore specifico che li caratterizzano, quindi anche con fiamme non eccessivamente calde (fiamma della candela) è possibile evidenziare tale fenomeno.

La fiamma della candela a causa della limitata miscelazione con il gas comburente (ossigeno dell’aria) sviluppa temperature relativamente basse (600/1000 °C).

La fiamma del becco Bunsen raggiunge temperature più elevate (1500/1600°C) della candela attraverso un miscelamento migliore tra combustibile (metano) e comburente (ossigeno) entrambi in fase gassosa.

A parità di materia riscaldata è possibile costruire una scala che mette in corrispondenza il colore della luce emessa con la temperatura a cui si trova il materiale riscaldato. In passato tale sistema veniva impiegato nelle fonderie per valutare le temperature dei forni.

 


Indicare il colore della luce emessa dal filo di platino nelle varie posizioni:

2005-2007 fiamma 32005-2007 fiamma 4